Wind of Changes

Il 1998 è iniziato con una ventata di novità per l’associazione Musica Insieme. Dopo diversi anni trascorsi nella “storica sede di viale Resurrezione la sede dell’attività è stata trasferita, e il cambiamento non è soltanto un fatto logistico. Da quest’anno è infatti possibile seguire tutta una serie organica di iniziative didattiche che vedono il coinvolgimento di alcuni tra i musicisti e docenti più qualificati operanti in Italia e negli Stati Uniti nel campo del jazz: Franco D’Andrea, Paolo Fresu, Roberto Gatto, Stefano Battaglia, Hal Crook, Pietro Condorelli.
La scuola ospiterà nell’arco dell’anno questi artisti, in una serie di incontri cadenzati e di seminari che saranno occasioni di accrescimento e stimolo per tutti i musicisti che vi prenderanno parte. Ciò si affiancherà alla consueta attività didattica, particolarmente intensa quanto a musica di insieme ed esercitazioni orchestrali in organici atipici. Ma la vera novità sta forse nel piccolo jazz club annesso alla scuola. Un jazz club è il luogo dove più autenticamente si coniuga questa musica in ciò che è forse la sua essenza: una forma di comunicazione tra persone attraverso elementi non facilmente analizzabili, sofisticata e immediata allo stesso tempo, basata comunque su un forte scambio di emotività. In essa, se tutto funziona, capita di imbattersi in sensazioni profonde che è raro provare altrove, influenze musicali inconsce che riaffioreranno prepotentemente nel tempo a venire: i miei più intensi ricordi musicali da ascoltare e da musicista sono sicuramente legati a delle situazioni che ho vissuto in un jazz club, assistendo al dipanarsi di una storia in una situazione di intimità, dividendo con altra gente un’emozione.
Personalmente ho sempre considerato queste esperienze un privilegio, e mi piace augurarmi che anche questo possa diventare per me e per tanti un piccolo luogo magico, in cui possa aver luogo questo rituale comunicativo che amo profondamente.
Se è vero che al jazz è necessaria la gente per esistere, penso anche che è soprattutto alla gente che è necessario il jazz: è semplicemente un fatto di qualità della vita.

Stefano D’Anna – 1998